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amiamoci e patiamo.

venerdì 21 febbraio 2014

la strada del ritorno


“Touched by her fingers, the two surviving chocolate people copulate desperately, losing themselves in a melting frenzy of lust, spending the last of their brief borrowed lives in a spasm of raspberry cream and fear.”

Non ho mai avuto un grande senso dell'orientamento. Anzi: mi perdo continuamente, ad ogni passo e cenno. Ma c'è una strada che non perdo mai.

Non è mai la stessa strada. Anche quando riesco a ricordare l'itinerario e percorrerlo a ritroso. È sempre la stessa strada.

Non è il momento in cui finisce una lunga giornata di lavoro, nè quello in cui saluti gli amici dopo aver bevuto insieme e riso tanto senza motivo. La gioia di aver lavorato. La dolce amarezza del tempo sprecato, che avendo sprecato insieme chiamiamo "ritrovato". Non è neanche ritrovarti in casa, e sentirti a tuo agio solo dopo avere impiegato la vita a trovare motivi validi per starne fuori.

È la strada del ritorno.

Non sembra avere mai fine, non sembra durare mai abbastanza. Non si allunga né s'accorcia, se qualcuno ti aspetta; non diventa più impervia se sei stato dimenticato. Prende il suo tempo, è lunga esattamente quanto la tua pellicola di ricordi, incombenze, fantasie. Prova a srotolargliela sopra e vedrai: non un centimetro più, non uno meno.


The Earth laughs beneath my heavy feet
At the blasphemy in my old jangly walk
Steeple guide me to my heart and home
The sun is out and up and down again