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amiamoci e patiamo.

venerdì 30 maggio 2014

doppie punte


Io lo ricordavo come un uomo giovanile, snello ed elegante, con i capelli brizzolati e lunghi fino alle spalle e gli occhi vispi come quelli di un ragazzo. Arrivava sempre con una decina di minuti di ritardo, sfrecciando su uno scooter 250cc che frenava con padronanza a pochi centimetri dal muro antistante la sua bottega.

"Sono esattamente come li ha lasciati lei" gli dico oggi, dopo qualche secondo di esitazione. È arrivato in puntuale ritardo, ma a piedi, con i capelli corti e un po' di pancetta. Gli occhi ancora vispi ma meno evidenti, sotto il velo di stanchezza che indossa su tutto il viso. "Non li ho mai tagliati negli ultimi sette anni, neanche le punte".

Mi fa le stesse domande che mi faceva allora: a casa tutto bene, l'università, ma tu stai ancora qui. Solo le risposte sono cambiate.

E poi mi fa accomodare, prepara lo shampoo. La sensazione dell'acqua tiepida e il massaggio delle sue dita sulla testa mi riportano indietro più veloci dei ricordi, e smetto di chiedermi cosa diavolo sto facendo. Mi dice di spostarmi su una poltrona, "quale?" - "sceglila tu". Quella di destra, la sua. Ora è da solo, ma nella poltrona di sinistra io ricordo i suoi apprendisti. Chiedo di loro: ora si sono messi in proprio e le cose gli vanno bene (meglio che a lui forse, a lasciar intendere), e che è contento - e si capisce che lo è davvero - di essere stato un buon maestro.

Con il primo, rapido movimento recide quasi mezzo metro. Come fosse un'anguilla in pescheria, stende quel fascio di fili sul marmo del banco da lavoro. Chiede "questa la vuoi?" - "Sì."

E si passa dal "lei" al "tu", parlando dello specchio che sa essere indulgente nella sua quotidianità, e delle foto che invece sono spietate. Delle tappe a partire dalle quali la vita si comincia a misurare in estati, in lustri, in decenni. Del tempo che corre veloce.

Invece le sue mani sagge il tempo non lo sprecano in chiacchiere insensate come queste, ma danzano e danzano senza tregua, con precisione e godimento. E lui ne esce nuovo non meno di me, per il resto della giornata.




And then you try to live the day 
I don't know how, but I know what to say 
Is it medicine or social skill 
Don't have the answer and nobody will